La laguna di Venezia

La laguna Veneta, o laguna di Venezia, appartiene al mar adriatico settentrionale ed ospita in uno specchio d’acqua di 500km quadrati oltre 100 isole tra cui la celebre Venezia.

Utilizzata per secoli come barriera difensiva per dissuadere gli eserciti a marciare sulla città al punto di essere considerata una vera muraglia (sanctos muros patriae), la laguna ha subito nella storia diversi interventi da parte dell’uomo per arginarla da una parte, e realizzare canali navigabili dall’altra. Mantenendo le acque salubri e garantendo allo stesso tempo l’accesso dal mare delle navi commerciali.

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Campo San Stae

Campo San Stae

Il Campo San Stae deve il suo nome alla chiesa di Sant Eustacchio che ne occupa la maggioranza dello spazio schiacciando alla sua sinistra l’antica Scuola dei Tiraoro e Battioro che passa quasi inosservata per via delle statue, che animano la facciata della chiesa attirando l’attenzione dei visitatori.

La chiesa ha origini molto antiche e sono disponibili pochissime testimonianze circa la sua struttura prima che il Doge Alvise II Mocenigo ne commissionò il restauro a sue spese nei primi del 1700.

Le sculture che popolano la facciata di San Stae, sono state bollate da diversi storici dell’arte come un maldestro tentativo di emulazione del Bernini, le cui opere a Roma avevano suscitato lo stupore generale.

Di fianco alla chiesa, quasi come “complemento d’arredo”, leggermente arretrata si trova la Scuola dei Battioro; espressione del rococò Veneziano.

Il nome dell’architetto a cui attribuirla è incerto, alcuni sostengono si tratti di Giangiacomo Gaspari.

L’arte dei battioro era antichissima: l’oro, per la sua duttilità, consentiva di essere lavorato in sottilissimi fili da inserire nelle sete o come ornamento per quadri ed opere scuoltoree.

San Simeon Piccolo – la cripta inesplorata

San Simeon Piccolo e i suoi misteri

San Simeon Piccolo è la prima chiesa che potrete vedere uscendo dalla stazione ferroviaria di Venezia sull’altra sponda del Canal-Grande.

La sua pianta richiama in maniera evidente il Pantheon di Roma, e questo costò molte critiche all’architetto Scalfarotto che la progettò.

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